Come prepararsi alla mastoplastica additiva

I numeri della chirurgia estetica sono cresciuti a dismisura negli ultimi anni. Nonostante la crisi del Covid e l’inflazione del 2022, sempre più persone hanno fatto ricorso a interventi al corpo e al viso per migliorare la propria bellezza e risolvere alcuni inestetismi.

Una delle procedure più popolari è senza dubbio la mastoplastica additiva. Come prepararsi a questo intervento?

Scopriamo la risposta nelle prossime righe di questo articolo.

Mastoplastica additiva: le peculiarità dell’intervento

Partiamo dalle basi, rispondendo alla domanda “Che cos’è la mastoplastica additiva?”. Si tratta di un intervento che prevede l’aumento di volume del seno attraverso l’impianto di protesi mammarie. In alcuni casi, si può ricorrere a tecniche ibride, associando il ricorso a protesi con l’inoculazione di grasso autologo, vantaggioso anche per via della ricchezza in cellule staminali.

La preparazione alla mastoplastica additiva: cosa sapere sulle incisioni chirurgiche

Il miglior modo per prepararsi alla mastoplastica additiva prevede il fatto di informarsi sulle varie fasi dell’intervento. Una di quelle che preoccupano di più le pazienti riguarda le incisioni chirurgiche. Molte donne che si approcciano all’operazione di mastoplastica additiva si preoccupano molto al pensiero che le ferite chirurgiche possano essere molto visibili. Al giorno d’oggi, questo problema è stato ampiamente superato.

Ci sono, infatti, tre alternative da considerare quando si parla di accessi chirurgici per la mastoplastica additiva. Si può scegliere l’accesso dal solco ascellare, da quello sottomammario e l’area periareolare. Quest’ultima opzione è apprezzata dalla maggior parte dei chirurghi.

Il motivo principale è legato al fatto che, scegliendo di inserire le protesi dalla zona dell’areola del capezzolo, è possibile mascherare la ferita grazie alla differenza cromatica tra la pelle del seno e il capezzolo stesso.

L’anestesia

Un altro aspetto sul quale è fondamentale informarsi per prepararsi al meglio alla mastoplastica additiva riguarda l’anestesia. Non c’è solo quella generale. Le pazienti che lo desiderano, nei casi in cui sono presenti le indicazioni, possono essere operate previa anestesia locale con leggera sedazione.

Il post operatorio

La maggior parte delle domande quando si parla di mastoplastica additiva riguarda il post operatorio. Al giorno d’oggi, anche grazie all’applicazione di tecniche mini invasive come la Dual Plane, il recupero dalla mastoplastica additiva è estremamente agevole.

Nel momento in cui si decide di sottoporsi all’operazione, è bene farsi trovare pronti, per una settimana circa, a non sollevare pesi. Ciò vuol dire, per esempio, ordinare la spesa online per non andare al supermercato.

Dopo la mastoplastica additiva si può fare sport? Assolutamente sì! In media, bisogna attendere circa 6 settimane prima di riprendere ad allenarsi. Una raccomandazione di grande importanza prevede il fatto di evitare, nei primi tempi, di allenare la parte alta del corpo.

Esistono casi un po’ diversi dagli altri da tenere presenti quando si discute di sport e mastoplastica additiva. Uno dei più celebri è il nuoto. Dal momento che l’acqua delle piscine, pur essendo presente il cloro, è un potenziale vettore d’infezioni e per via dell’impossibilità di non sollecitare i muscoli delle braccia e delle spalle, i chirurghi, in media, tendono a raccomandare alle pazienti di aspettare di più prima di tornare a praticare, dopo l’intervento, il loro sport preferito.

La scelta delle protesi

Quando ci si prepara alla mastoplastica additiva, è bene sapere che le protesi utilizzate sono sicure e certificate. A ogni paziente viene consegnato il cosiddetto patentino della protesi, una vera e propria carta d’identità contraddistinta dalla presenza del numero seriale dell’impianto, del volume e di altri dati in grado di inquadrarne le peculiarità.

Inoltre, grazie alla tecnologia e alla realtà aumentata in particolare, le pazienti che si approcciano all’intervento hanno modo, durante le visite, di vedere delle vere e proprie simulazioni del risultato, valutando, di conseguenza, quale protesi può stare meglio e scegliendo l’impianto sulla base di aspetti come il volume e la proiezione.