Cosa c’entra la Brexit con l’esito del referendum sulla riforma costituzionale appena votato dagli italiani? Nulla! Il fatto è che, nel tentativo di condizionare il voto sulla Brexit, da molte parti internazionali si era configurato un quadro catastrofico che avrebbe gettato nella miseria il popolo Britannico, sgretolato il sistema economico, gettato alle ortiche l’intero apparato industriale, bancario, finanziario della Gran Bretagna. I Britannici non si sono fatti spaventare da tutto questo e hanno dato il loro responso e ora l’economia è meglio di prima.
La stessa manovra è stata tentata qui in Italia con la riforma costituzionale, prefigurando lo sfascio in caso di vittoria del No, minacciando governi tecnici, disinvestimenti a livello finanziario, il crollo delle banche e mille altre conseguenze nefande. Prima del voto, abbiamo assistito a crolli dei titoli bancari, da molti ricondotti alle dichiarazioni irresponsabili di Renzi, e lo spread è arrivato fino a toccare quota 190. Lunedì i riflettori erano puntati sulle Borse mondiali e ancora di più su Milano; cos’è successo? Niente, anzi, Milano continua con i suoi alti e bassi ma, tutto sommato, meno peggio della settimana scorsa. Lo spread è calato a quota 160 e l’economia non va certo peggio di prima. Le dimissioni del Premier sembrano aver fatto bene al Paese.
La stessa Bankitalia aveva previsto un piccolo terremoto finanziario che non c’è stato. Ma gli economisti, tanti compresa Bankitalia, che hanno disegnato scenari pessimi per la vittoria del No, dove hanno studiato? E quanto sono pagati per sbagliare tutto in più occasioni?